Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

lunedì 31 marzo 2025

Quaresima Settimana 4 Lunedì

Letture: Isaia 65:17-21; Salmo 29; Giovanni 4:43-54

Qui ci viene detto che Gesù è ben accolto dai galilei. Forse solo nella sua città natale, Nazareth, non era stato accolto bene. Ma continua la mancata corrispondenza tra le aspettative e i desideri della gente, da un lato, e l'insegnamento e la chiamata di Gesù, dall'altro. Lo ritroviamo qui. La richiesta dell'uomo sembra innocente e diretta: suo figlio è malato e vorrebbe che fosse guarito. È Gesù che sembra sbagliare: “Non crederete se non vedrete segni e portenti”. Possiamo immaginare il pover'uomo che dice: “No, in realtà voglio solo che mio figlio guarisca”.

Ma Gesù accoglie l'espressione di qualsiasi desiderio - di guarigione, di insegnamento, di più vino - come un desiderio di fede e cerca di condurre tutti coloro che si avvicinano a lui al livello più profondo della fede. Così è con i discepoli, con la Samaritana, con l'uomo nato cieco, con Marta e Maria, persino con sua madre Maria. Il dono di Dio non è semplicemente la risposta al nostro bisogno. La fede è un dono che ci apre al di là del nostro bisogno alla realtà e alla verità di Dio.

Così tutti i doni di Dio hanno anche il carattere di “segni e presagi”, perché indicano sempre, al di là di se stessi, il Dio infinito ed eterno. Dio non è solo “a nostra misura”. Si è fatto a nostra misura - il Verbo si è fatto carne - affinché noi potessimo crescere al di là dei nostri bisogni immediati e dei nostri desideri primari. Le virtù teologiche della fede, della speranza e dell'amore ci aprono in questo modo. Sono le capacità o virtù della nuova creatura, di colui che viene trasformato dalla grazia di Dio, di colui che viene divinizzato.

Così il funzionario di corte riceve il dono della guarigione del figlio, ma lui - e tutta la sua famiglia - riceve anche il dono della fede in Gesù. D'ora in poi le liturgie della Quaresima si concentreranno sempre più sull'imminente mistero pasquale, attraverso il quale Cristo non solo soddisfa la sete della creazione, ma rivela la sete di Dio per la creazione. Il compimento di questa sete divina è la nuova creazione stabilita nella Risurrezione, un cielo nuovo e una terra nuova, una città che è “gioia” e un popolo che è “letizia”, cose che vanno oltre ciò che il cuore umano può immaginare, ciò che Dio ha preparato per coloro che lo amano.

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