Letture: Siracide 17,20-24; Salmo 32; Marco 10,17-27
Gesù lo guardò fisso e lo amò”. È un momento bellissimo, registrato in questo modo solo da san Marco. In altre traduzioni Gesù lo guarda “dritto”, oppure “da vicino” o “con attenzione”. Potremmo essere tentati di dire che Gesù lo “ammirò”, considerando che, avendolo guardato, “lo amò”.
È l'esperienza della grazia, essere non solo visti ma anche guardati dal Signore. La grande benedizione del Libro dei Numeri prega in questo modo per le persone: il Signore rivolga il suo volto verso di te e sia benevolo con te. Trovare grazia agli occhi di Dio è un altro modo per dire la stessa cosa: che tu possa essere visto e guardato, che tu possa essere ricordato e tenuto presente, che tu possa essere considerato, ammirato e amato.
Se parliamo il più onestamente possibile con il nostro Signore in preghiera, e ci presentiamo nel modo più franco e semplice possibile, allora la nostra preghiera sarà ascoltata. Potrebbe essere semplicemente “Signore, sii misericordioso con me peccatore”. Ma venire alla luce del volto di Dio così come siamo significa essere riconosciuti e quindi ammirati da Dio. Egli vedrà la sincerità del nostro cuore. È essere amati da Dio che si rallegra nel vedere i suoi figli fiorire.
L'uomo se ne andò triste, incapace di raggiungere il livello di coraggio e di sacrificio a cui Gesù lo chiamava. Questo però non avrebbe intaccato l'amore di Gesù per lui. Questo è sempre incondizionato (di fatto l'unico amore veramente incondizionato che esista) e quindi lo avrebbe seguito anche se non avrebbe potuto seguire Gesù.
Forse in un altro momento, in altre circostanze, sarebbe stato in grado di amare Gesù in cambio dell'amore che riceveva da lui.
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