Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 8 marzo 2025

Sabato dopi il Meroledi delle Ceneri

Letture: Isaia 58,9-14; Salmo 86; Luca 5,27-32

Una prima riflessione: la categoria “giusto” è vuota (o almeno ha un solo membro) e quindi l'appello al pentimento è universale: è per “i molti”, “la generalità”, “l'umanità”.

Una seconda riflessione: Luca aggiunge che i peccatori sono chiamati al “pentimento”, metanoia. Quindi non si tratta solo di dire: “Certo, non siamo tutti peccatori e Dio non è buono”. C'è una chiamata a seguire Gesù, a cambiare la nostra vita stando con lui. Gli esattori delle tasse e i peccatori sanno di aver bisogno della sua presenza, i farisei non se ne rendono conto.

Una terza riflessione: invertiamo la domanda, in modo che non sia “perché mangiate con gli esattori delle tasse e i peccatori”, ma “perché gli esattori delle tasse e i peccatori mangiano con voi”? Fa qualche differenza? Il cambiamento è troppo sottile per avere un significato? Ecco la differenza: vediamo il peccato e il male in relazione al bene, non il contrario. Il nostro punto di riferimento non è il male e come possiamo evitarlo (o loro), ma è il bene e come possiamo perderlo (o loro) - o Lui.

Una quarta riflessione: il digiuno e la preghiera, due delle opere della Quaresima, potrebbero essere fatte in modo del tutto personale e privato, preoccupandosi della coltivazione della propria anima. Questo è facile da vedere nel caso del digiuno. Per quanto riguarda la preghiera, San Giacomo ci avverte che possiamo chiedere in modo sbagliato, quando chiediamo per spendere i doni di Dio per le nostre passioni. L'elemosina ci obbliga a guardare al di fuori di noi stessi e ci pone di fronte a questa domanda: “Quali confini pongo al mio mondo”? Non possiamo condividere il nostro pane con gli affamati senza aprirci a un mondo più grande di quello del nostro ego, anche se (soprattutto se) si tratta di un ego che aspira a essere “spirituale” o addirittura “santo”.

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