Letture: Siracide 17,1-15; Salmo 103; Marco 10,13-16
La prima lettura di oggi è un altro bellissimo brano del libro del Siracide. Ci offre una “antropologia teologica”, un ritratto dell'essere umano illuminato dalla sua relazione con Dio. L'essere umano è creato a immagine di Dio: questo è uno dei pochi luoghi tra la Genesi e il Nuovo Testamento in cui si trova questa descrizione. Significa che l'essere umano è vivo e intelligente, conosce il bene e il male e ha libera scelta in relazione ad essi. L'essere umano domina su tutte le altre creature perché è riflessivo, inventivo e comprensivo. È spirituale e saggio e deve conoscere Dio attraverso le opere della creazione. Così l'uomo dà gloria e lode a Dio, vive all'interno dell'alleanza e ha ricevuto da Dio dei precetti per guidare le sue azioni.
Non c'è alcun accenno alla vita eterna. L'essere umano partecipa a tutte queste cose buone finché è in vita, ma i suoi giorni di vita sono limitati e ritorna alla terra da cui è stato creato. Una cosa che ha spinto il pensiero ebraico in direzione della resurrezione è stata la frequenza con cui questa visione serena della vita umana come potente, consapevole, efficace, creativa e morale, si è rivelata non essere la realtà. L'equazione di tale serenità con la vita buona veniva spesso sovvertita dall'esperienza: le persone buone, sagge e spirituali, non godevano di cose buone nel corso della loro vita, mentre le persone che sceglievano vie malvagie e malvagie, trascuravano i comandamenti di Dio e non lo lodavano, se la passavano bene nel corso della loro vita. Dov'era allora la giustizia? Come poteva Dio mostrarsi giusto se non attraverso una resurrezione dei buoni alla vita (che sembra essere semplicemente un'altra cosa, una sorta di reincarnazione) e dei malvagi al giudizio.
Dobbiamo aspettare il Nuovo Testamento per avere un insegnamento chiaro sulla risurrezione dei morti. Gesù lo insegna più volte, parlando della risurrezione di tutti al giudizio, dei buoni che saranno ricompensati per la loro bontà e dei malvagi che saranno puniti per la loro malvagità. Ora potremmo essere tentati di liquidare questo tipo di discorso come infantile. Sicuramente è lo stadio infantile dello sviluppo morale, pensare in termini di premi e punizioni? È vero che può riflettere una comprensione infantile della morale e un'immagine mostruosa di Dio. Ma noi dobbiamo diventare come i bambini, dice Gesù nel Vangelo di oggi. Infantili, non infantili, come spesso i predicatori si affrettano a sottolineare.
I bambini, se la memoria non mi inganna, hanno un forte senso di un mondo parallelo, all'interno o sotto o dietro il mondo disponibile ai sensi. Attraverso lo specchio, nell'armadio, strofinando la lampada, si apre un'altra dimensione, una dimensione magica e soprannaturale che circonda e contiene la realtà in cui viviamo la nostra vita. Dobbiamo accogliere il Regno di Dio come un bambino. Una traduzione del Cantico dei Cantici 8,2 dice: “Ti porterei nella mia casa d'infanzia e lì mi insegneresti”. Come un bambino svezzato sul seno della madre, così è l'anima mia”, dice il Salmo 131. La madre dimenticherà il bambino al suo capezzale. La madre dimenticherà il bambino al seno e non avrà compassione per lui, prima che io ti dimentichi, dice il Signore, o non ti mostri compassione (Isaia 49,15-16).
Anche oggi le letture si combinano per portarci oltre la riflessione adulta e filosofica della letteratura sapienziale, verso il mondo radicale, colorato e sorprendente del bambino. Quell'uomo sereno e consapevole descritto nella prima lettura, doveroso e ammirevole, è invitato a crescere in un nuovo tipo di infanzia, a “nascere di nuovo”, come dice Gesù a Nicodemo, a tornare alla casa dell'infanzia di colui che lo ama per farsi insegnare un nuovo modo di essere, a partire da un nuovo inizio. La vita risorta non è solo una continuazione di quella vissuta qui, un altro giro di giostra. È nuova in tutti i sensi, un nuovo cielo e una nuova terra, dove la giustizia sarà di casa, dove l'Eterno Bambino ci condurrà lungo sentieri eterni di scoperta.
Nessun commento:
Posta un commento