Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

giovedì 25 settembre 2025

Settimana 25, giovedì (Anno 1)

Letture: Aggeo 1,1-8; Salmo 149; Luca 9,7-9

Una cosa che emerge dalle letture di questi giorni è come il popolo eletto sia aiutato dagli stranieri, prima Ciro e ora Dario, a tornare e ricostruire la terra, la città e il tempio. Essi vengono restituiti a se stessi attraverso le azioni di questi stranieri. Il grande teologo domenicano francese Yves Congar ha applicato lo stesso principio alla Chiesa: a volte la Chiesa ha bisogno del "mondo", di una voce esterna, per richiamarla a se stessa.

Un esempio recente è la crisi degli abusi sessuali nella Chiesa in tanti paesi. La questione viene affrontata non grazie a un'iniziativa intrapresa prima dall'interno della Chiesa, ma principalmente grazie al lavoro dei giornalisti che portano alla luce la verità. (Per quante persone possano essere ciniche nei confronti dei giornalisti, altrettante, se non di più, sono ora ciniche nei confronti del clero).

Un altro aspetto che emerge è come una struttura di base nell'organizzazione del popolo di Dio sopravviva a tutte le vicissitudini che esso sperimenta. Si tratta della struttura dei sacerdoti, dei profeti e dei re (o governatori, commissari, alcuni leader politici). In tempi difficili e confusi è la voce del profeta che interpreta la situazione, mette in guardia contro la strada sbagliata e indica quella giusta. È per questo che parliamo della necessità della voce profetica nella Chiesa. Non sono tanto persone che prevedono il futuro, quanto persone così permeate, così piene della Parola di Dio da poter parlare con autorità di ciò che sta accadendo nel presente e vedere ciò che deve essere fatto. La luce della Parola di Dio che risplende attraverso di loro illumina le cose per il popolo.

Oggi abbiamo due esempi del rispetto per la voce profetica in Israele. Uno è Aggeo, che sfida il popolo a continuare la ricostruzione del tempio. State pensando prima di tutto al vostro comfort e alla vostra sicurezza, dice. Il suo compito è richiamarli al loro rapporto fondamentale con Dio: l'avete già dimenticato, così presto? Che profondità o significato avrà la vostra vita se vi preoccupate solo di voi stessi e dimenticate la presenza di Dio, che è la vostra vera gloria come popolo? La vostra resa al consumismo, conclude Aggeo, vi lascia sazi e insoddisfatti allo stesso tempo. Riflettete attentamente su come sono andate le cose per voi: dovrebbero essere in grado di capirlo da soli.

Il secondo esempio è nella lettura del Vangelo, dove sentiamo parlare di un re ebreo, Erode, che vuole vedere Gesù. Ha sentito parlare della predicazione e delle azioni di Gesù e riconosce immediatamente che si tratta di una voce profetica. Cosa significherà questo per Erode? Una buona notizia o una cattiva notizia? È perplesso e ansioso, esattamente come dovrebbe sentirsi un sovrano al cospetto di un profeta. Ora tutti sanno che Gesù è un profeta, anche se alcuni suggeriscono che sia uno degli antichi profeti risorto dai morti. Possiamo immaginare che Giovanni Battista risorto sarebbe l'ultima persona che Erode vorrebbe incontrare.

Quindi voleva vedere Gesù: così finisce la lettura del Vangelo. Possiamo porci la domanda: quanto sono ansioso che la parola profetica illumini la mia vita? Buona notizia o cattiva notizia? La luce della verità in primo luogo - cosa mi mostrerà di me stesso? - ma sempre anche la luce dell'amore di Dio perché, come ormai ben sappiamo, la Parola di Dio è una Parola che respira Amore così come è una Parola che irradia Verità. Quindi questo Profeta pronuncia parole che sono sempre sia veritiere che amorevoli.

Gesù è sacerdote, profeta e re, tutto in uno. Continua a chiamare le persone a seguirlo, a vivere secondo la sua Verità e a crescere nel suo Amore. A volte quella chiamata ci raggiunge in modi che ci lasciano perplessi, lungo strade che non ci aspettavamo. Questo non è importante. Ciò che è importante è vivere nella verità, indipendentemente da chi ce la rivolge, ricevere l'amore di Dio, indipendentemente da chi ce lo porta.

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