Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 6 settembre 2025

Settimana 22 Sabato (Anno 1)

Letture: Colossesi 1,21-23; Salmo 53; Luca 6,1-5

Potrebbe sembrarci strano che il titolo "Figlio dell'uomo" fosse più significativo per i contemporanei di Gesù rispetto al titolo "Figlio di Dio". Israele era già figlio di Dio, adottato da Dio. I profeti e i re, e talvolta l'intero popolo, erano indicati in questo modo, ad esempio nei salmi: erano già figli e figlie del Signore, il Dio d'Israele.

Per Gesù, tuttavia, riferirsi a se stesso come "Figlio dell'uomo" era un'affermazione più importante nel contesto in cui viveva e predicava. Nel Libro di Daniele, un testo recente e influente delle Scritture ebraiche, il Figlio dell'uomo era una figura celeste, il cui compito era quello di apparire sulla terra negli ultimi giorni per inaugurare il regno di Dio, il regno di Dio, accanto ai poteri terreni che andavano e venivano. Non c'è da stupirsi, quindi, che il Figlio dell'Uomo fosse il Signore del sabato, poiché era lui a inaugurare il regno di Dio, il regno di Shalom, il riposo promesso.

La prima lettura, dalla Lettera ai Colossesi, completa il Vangelo in questo modo: ci ricorda che l'inaugurazione del regno da parte del Figlio dell'Uomo non avvenne attraverso alcuna dimostrazione di forza fisica, né attraverso alcun potere militare o politico, ma nello scandalo della crocifissione di Gesù. Dio vi ha riconciliati, dice Paolo, con la morte di Cristo nel suo corpo mortale, in un'altra traduzione «nel corpo carnale di Cristo attraverso la sua morte».

Non è una filosofia o una spiritualità che salva il mondo. Esso è salvato da un sacrificio che instaura nella storia del mondo un amore che ha origine in Dio e nel quale ora possiamo essere adottati in modo nuovo, così da essere figli e figlie, amici e parenti di Dio, non più stranieri, alieni o nemici.

Il nuovo sabato, il nuovo Regno, è per tutti. Il modo per entrarvi è attraverso la fede nel Figlio dell'uomo che ci ha amati e ha dato se stesso per noi. Dobbiamo camminare nello stesso campo di grano - «camminate nell'amore», dice Paolo in Efesini 5,2 - amando Dio e il nostro prossimo con lo stesso amore sacrificale reso possibile per noi dallo Spirito del Figlio dell'uomo. Ovunque si trovi quell'amore, lì c'è il Regno di Dio.

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