Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 9 maggio 2025

TERZA SETTIMANA DI PASQUA - VENERDI

Letture: Atti 9.1-20; Salmo 116; Giovanni 6.52-59

Per la prima metà della sua vita fu Saulo e per la seconda Paolo. Divenne apostolo dei Gentili, fondatore di Chiese, predicatore itinerante e autore di lettere. Alla fine testimoniò Cristo versando il proprio sangue come martire della fede a Roma. Il 25 gennaio è la festa della Conversione di San Paolo, il momento in cui cessò di essere Saulo e divenne Paolo. Per grazia di Dio era destinato a diventare uno dei più grandi santi della Chiesa, un uomo la cui vita e i cui scritti continuano ad alimentare la fede di milioni di persone.

Paolo descrive se stesso come «uno nato fuori tempo» (1 Corinzi 15), nato come «l'ultimo e il più piccolo» degli apostoli, i privilegiati che hanno incontrato il Signore risorto. La sua vita prima di quel momento – la sua vita come «Saulo», culminata nella persecuzione della Chiesa di Dio – non conta più.

È vero che in 2 Corinzi 11, Filippesi 3 e Romani 11 Paolo ci fornisce molte informazioni sulla sua vita e sul suo tempo, sulla sua discendenza e sulla sua educazione, nonché sugli eventi della sua vita prima e dopo la conversione. Gli Atti degli Apostoli colmano molte lacune e altre informazioni si possono ricavare da altre lettere del Nuovo Testamento.

Ma se vogliamo prendere sul serio le sue stesse parole, allora la vita significativa dell'apostolo Paolo è la sua predicazione del Vangelo e la fondazione delle chiese. La sua vita in Cristo è la vita che conta. Non c'è nulla prima o intorno a ciò che sia degno di grande attenzione. Questo perché per lui «vivere è Cristo» (Filippesi 1,21), così che «non è più Paolo che vive, ma Cristo che vive in lui» (Galati 2,20). Il destino di Paolo è ora completamente intrecciato con quello di Cristo e del suo Corpo, la Chiesa.

Paolo appartiene alla schiera dei profeti di Israele per i quali una visione e una vocazione inaugurano una nuova vita. Isaia, ad esempio, vide la gloria di Dio nel tempio di Gerusalemme, sentì la propria indegnità, ebbe le labbra bruciate dal fuoco e poi si affidò alla grazia che lo rese portatore della parola di Dio (Isaia 6). Anche Amos, il custode dei sicomori, viene trasformato in profeta (Amos 7). Geremia viene chiamato nonostante si senta troppo giovane per le responsabilità che ciò comporta (Geremia 1).

Possiamo usare le parole di Isaia, che descrivono gli effetti della presenza di Dio nel tempio, per dire che l'esperienza della nascita prematura di Paolo significò lo scuotimento delle sue fondamenta e il riempirsi della sua casa di fumo. Rimase confuso e accecato per qualche tempo, finché un rappresentante della Chiesa, Anania, venne come strumento dello Spirito di Dio e lo guidò alla sua nuova nascita (Atti 9). Poi, con il battesimo, come egli stesso ha insegnato a tutta la Chiesa, Paolo divenne una nuova creatura (2 Corinzi 5,17).

E così inizia la sua vita. Non possiamo dubitare che l'esperienza personale di Paolo con Gesù sulla strada di Damasco e nei giorni che seguirono meriti tutta l'attenzione che le è stata dedicata. Gli Atti degli Apostoli raccontano la storia tre volte. (Gli artisti tendono a dipingere la scena con Paolo che cade da cavallo, ma in nessuno di questi racconti c'è alcun riferimento a un cavallo!) Il suo insegnamento e l'energia con cui viaggiava avanti e indietro attraverso l'Impero Romano erano il risultato di quel momento in cui Paolo incontrò Gesù e ne fu per sempre travolto.

Cosa faceva allora San Paolo tutto il giorno? Egli ci dice che si consumava nell'ansia e nella cura delle chiese. Ci sono indizi che continuasse a guadagnarsi da vivere con il mestiere di fabbricante di tende (1 Corinzi 9). Ma questo sarebbe stato un noioso diversivo dalla passione del suo cuore, che era quella di predicare il Vangelo del Signore crocifisso e risorto, di diventare tutto per tutti per poter in qualche modo conquistarne alcuni. Predicava agli ebrei e ai greci, ai commercianti e ai filosofi, alle guardie carcerarie e ai leader politici, agli uomini e alle donne.

Come strumento dello Spirito, compì cose straordinarie. Fondò e rafforzò comunità cristiane in molti luoghi. Portò il Vangelo in Europa. Terminò la sua vita morendo martire a Roma. Ebbe il privilegio di seguire Cristo in senso più che figurato. Con il suo sangue Paolo completò l'effusione della passione del suo cuore, il suo amore per Cristo, quell'amore di Dio che era stato riversato nel suo cuore dallo Spirito Santo. Visse sempre nella fede e nell'amore, senza mai dimenticare, nemmeno per un istante, la grazia di Dio che operava in lui nonostante le molte difficoltà e le debolezze personali.

San Paolo è uno dei personaggi più noti del mondo antico, che continua a insegnare e ispirare milioni di discepoli di Gesù. Il 25 gennaio ricordiamo le cose meravigliose che Dio ha fatto attraverso di lui. Con le parole di Paolo, «rendiamo grazie a Dio che gli ha dato la vittoria attraverso il nostro Signore Gesù Cristo» (1 Corinzi 15,57).

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