Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 30 maggio 2025

Visitazione della Beata Vergine Maria

Letture: Sofonia 3,14-18a / Romani 12,9-16b; Cantico dei Cantici 2,8.10-14 / Isaia 12,2-6; Luca 1,39-56

Nella sua vita di San Tommaso d'Aquino, G.K. Chesterton afferma che Tommaso e San Francesco d'Assisi insieme hanno salvato l'Occidente dalla spiritualità, da quella che Chesterton chiama anche “la disperazione asiatica”. Perché disperazione? Lo si può vedere in una delle credenze più caratteristiche del pensiero religioso “orientale”, la reincarnazione. Ciò significa che il significato, il senso della mia vita, di me stesso, non è disponibile qui e ora, ma richiede altri tempi e luoghi, altre persone ed esperienze, forse molte altre. Ciò che ci è stato dato qui e ora non è sufficiente.

La fede cattolica, tuttavia, è una religione tanto fisica quanto spirituale. Riguarda cose che sono accadute in e attraverso particolari corpi umani in luoghi particolari (come Betlemme Efrata) e in tempi particolari (come i giorni di Erode, re di Giudea). La nostra fede riguarda il Verbo che si fa carne. È incentrata su uno nato da una donna, nato sotto la legge ebraica, per salvarci non attraverso la promessa di future incarnazioni dei nostri “spiriti”, ma attraverso l'offerta del corpo di Gesù Cristo una volta per tutte.

Il suo ministero è rivolto ai corpi umani poveri, aprendo gli occhi affinché possano vedere, guarendo le orecchie affinché possano udire e sciogliendo le lingue affinché possano parlare. La visita di Maria a Elisabetta è uno dei passaggi più fisici del Nuovo Testamento. Due donne incinte si incontrano e parlano di ciò che sta accadendo nei loro corpi. Il loro incontro riguarda le orecchie e le lingue, in particolare ciò che Elisabetta sente, crede e proclama. «Quando il suono del tuo saluto giunse alle mie orecchie»: l'espressione è ornata, forse inutilmente, ma attira l'attenzione sul suo ascoltare, proprio come la nostra attenzione è attirata dal suo parlare: «proclamò a gran voce».

Quello che abbiamo qui è una predicazione e un ascolto del Vangelo. La fede nasce in Elisabetta attraverso eventi fisici: un incontro, parole pronunciate, un bambino che scalcia, lo Spirito che opera attraverso queste cose. Il cantico di Elisabetta (Lc 1,42-45) anticipa quello di un'altra donna nel Vangelo di Luca, altrettanto fisico: «Beato il grembo che ti ha portato e i seni che ti hanno allattato», al quale Gesù rispose: «Beati piuttosto coloro che ascoltano la parola di Dio e la mettono in pratica» (Lc 11,27-28). Egli non ha detto: «Per favore, siate un po' meno espliciti davanti ai bambini», ma piuttosto: beati, benedetti sono coloro che ascoltano e mettono in pratica il Vangelo. Questo è esattamente ciò che aveva detto anche Elisabetta: «Beata colei che ha creduto nell'adempimento delle parole del Signore».

Come si fa a credere alla Parola e a portarla a compimento? Come si fa a non solo ascoltarla, ma anche a metterla in pratica? Solo nella vita che abbiamo, qui e ora, nelle relazioni, negli impegni e nelle esperienze che viviamo qui e ora. Leggiamo nella Lettera agli Ebrei che Gesù, venendo nel mondo, ha ricevuto un corpo per poter compiere la volontà del Padre come è scritto nel rotolo del libro (Eb 10,5-7). La Parola di Dio che non ritorna a Lui senza effetto, ma realizza il suo compimento, può farlo solo incarnandosi. Ecco perché la nostra fede è fisica. Non deve più essere resa fisica nei corpi degli animali e delle piante che offriamo in nostro rappresentanza. È resa fisica nel corpo di Gesù Cristo offerto una volta per tutte (e nell'offerta di noi stessi, dei nostri corpi, in unione con lui).

La nostra non è quindi una religione spirituale, quanto piuttosto una religione fisica. È, potremmo persino osare dire, una religione dell'amore libero nel corpo. Gesù dice: «Ecco, io sono venuto per fare la tua volontà nel corpo che tu hai preparato per me» e lo fa essendo l'essere umano che ama gli esseri umani e lo dimostra fisicamente. Con il dono del suo Spirito (l'amore del suo cuore) ci rende capaci di partecipare a questa missione, ascoltando e credendo alla Parola, proclamandola e mettendola in pratica, tutto nel corpo che siamo.

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