Letture: Atti 7,51-8,1a; Salmo 31; Giovanni 6,30-35
Il popolo cerca un segno e noi non siamo superiori a loro: anche noi vorremmo ricevere segni che confermino la presenza e l'azione di Dio per noi. Ma le letture di oggi ci danno una serie di segni. Stefano è un segno, in particolare il suo coraggio nel parlare alle autorità e nel morire per la fede. Lo vediamo più volte nelle letture degli Atti degli Apostoli: la trasformazione degli apostoli e dei discepoli dopo la Pentecoste è notevole, sorprendente, stimolante.
Stefano è anche un segno nel modo in cui la sua passione, il suo processo e la sua esecuzione seguono così da vicino quelli di Gesù. Come Gesù, parla del Figlio dell'uomo che viene sulle nuvole del cielo e questo provoca indignazione. Come Gesù, prega per coloro che lo giustiziano: «Non imputare loro questo peccato». Come Gesù, affida il suo spirito nelle mani di Gesù che vede in piedi, come suo avvocato, alla destra di Dio.
Un segno ancora più straordinario è in atto, poiché qui ci viene presentato un uomo chiamato Saulo. Sappiamo che in seguito diventerà Paolo e che in lui avverrà una delle più straordinarie trasformazioni del cuore e della mente. Che gli esseri umani possano cambiare in modo così significativo, non solo che cambino, ma che cambino in modo così sorprendente: non è forse questo uno dei segni più convincenti che ci vengono dati quando leggiamo della vita delle prime comunità cristiane?
Naturalmente il segno più grande è Gesù stesso, ed è la loro comunione con lui che rende possibile agli altri di cambiare in questo modo. Egli è il pane dato dal Padre. Questo si riferisce al suo insegnamento ma anche, come egli stesso spiegherà, alla sua persona. Egli è il pane della vita e il pane vivo, dato per nutrire la vita del popolo di Dio. Tutti gli altri segni che vediamo nella comunità cristiana – l'esempio dei santi, le opere di carità, il coraggio dei martiri, l'insegnamento dei predicatori e così via – hanno la loro fonte in questo grande segno che è Gesù.
Egli si dona a noi nell'Eucaristia. È un segno semplice e straordinario, la frazione del pane e la condivisione del calice. Ma in questo modo Gesù si dona agli uomini di tutti i tempi e di tutti i luoghi, come loro cibo e bevanda, per condividere con loro la propria vita. Questo è il Segno dei segni, la fonte di ogni potenza e grazia che incontriamo in tutti gli altri segni.
È da questa comunione con Gesù che i santi traggono la loro forza e ispirazione, qui trovano nutrimento e grazia. Che sia così anche per noi peccatori, affinché possiamo guardare sempre a questo grande segno e parteciparvi, accogliendo Cristo, vivendo della sua vita, permettendo allo Spirito trasformatore di renderci i segni che Dio vuole che siamo nel mondo.
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