Letture: Genesi 28,10-22; Salmo 90; Matteo 9,18-26
C'è il grande santuario di Betel, la “casa di Dio”. Come ha avuto questo nome? Come ha acquisito la sua importanza? La prima lettura ce lo dice. In un santuario già esistente, Giacobbe si fermò una notte e fece un sogno. Il suo sogno, come spesso accade nella Bibbia, è una visione e una rivelazione di Dio. L'alleanza già stipulata con Abramo e ribadita per Isacco, figlio di Sara (ricordate le letture recenti su Ismaele e Agar), viene ora rinnovata ancora una volta per Giacobbe, nipote di Abramo. La promessa è la stessa: un popolo, una terra, un rapporto speciale con Dio.
Ma Giacobbe è, a quanto pare, un uomo d'affari incallito. Ecco i termini del contratto che è disposto a stipulare con Dio: proteggimi, dammi pane e vestiti, riportami sano e salvo da mio padre, allora il Signore sarà il mio Dio e io gli darò il dieci per cento di ciò che mi darà. Dio sembra soddisfatto dell'accordo. (Anche se, come vedremo, Dio ha in serbo altre cose per Giacobbe).
Nel Vangelo vediamo Gesù come il luogo in cui avviene il “commercio” tra Dio e il popolo. Qui però non ci sono accordi. Il funzionario e la donna si limitano a esprimere i loro bisogni: “Vieni a imporre le mani su di lei e lei vivrà”, “Se solo potessi toccare il suo mantello, sarei guarita”. C'è la fiducia e la sicurezza della fede, un'atmosfera di franchezza e amore - e in questo avvengono i due miracoli. (Potremmo essere tentati di dire “in questo possono avvenire i due miracoli”).
Un cristiano che legge l'Antico Testamento vede il sogno di Giacobbe come un riferimento al futuro e, in ultima analisi, a Cristo. È ciò che viene chiamato un “tipo” di ciò che doveva venire, un segno che indica il futuro, un'eco prima dell'evento. Infatti è Gesù stesso, parlando a Natanaele nel primo capitolo del Vangelo di Giovanni, che ci dice di interpretarlo in questo modo. La provvidenza di Dio, rivelata a Giacobbe, si compie nel Figlio dell'uomo che sta in piedi sotto gli angeli.
Allora, dov'è la «casa di Dio»? Il luogo di contatto con Dio, dove si sperimenta la relazione speciale, è ora Gesù. Qui ora è il punto di scambio tra Dio e gli esseri umani. Non è lo scambio commerciale (anche se dobbiamo comunque essere semplicemente franchi e diretti nel dire a Dio ciò di cui abbiamo bisogno), ma più di questo, è un luogo di vita condivisa, di amore, di fede.
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