Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

martedì 15 luglio 2025

Settimana 15 Martedi (Anno 1)

 Letture: Esodo 2,1-15; Salmo 68; Matteo 11,20-24

I nomi di queste città - Corazin, Betsaida, Cafarnao - sono belli e non hanno nulla delle connotazioni negative che ancora oggi si associano ai nomi “Sodoma” e “Gomorra”. Eppure Gesù dice che quelle città famigerate del Libro della Genesi saranno giudicate meno severamente delle graziose cittadine sparse intorno al lago. Non è che le città lacustri abbiano peccato di più, ma che hanno ricevuto di più e sono state indifferenti.

Un parallelo oggi potrebbe essere quello tra le parti più ricche del mondo (o di un paese o di una città) che si considerano più sviluppate e più civilizzate di molti luoghi più poveri, ma che rimangono indifferenti ai bisogni di quei luoghi più poveri.

È sempre più facile elencare i peccati commessi che quelli omessi. Mosè lo sperimenta nella prima lettura di oggi: il suo omicidio di un egiziano viene scoperto e deve fuggire. Gli altri sanno cosa ha fatto. È facile per gli altri condannarlo, altri i cui peccati non sono “di dominio pubblico”, i cui peccati sono forse di omissione piuttosto che di commissione, e come si possono misurare?

Ma il Signore vede il cuore e non giudica come giudicano gli esseri umani. Quindi vede non solo le azioni e le parole, ma anche i pensieri e persino le omissioni. Qualcuno ha detto saggiamente che l'equilibrio tra il bene e il male nel mondo, l'equilibrio tra la giustizia e l'ingiustizia, non dipende tanto dalla quantità di male che viene fatto, quanto dalla quantità di bene che non viene fatto. Ci è stato offerto molto di più, ma se rimaniamo indifferenti a questo e ai bisogni che gridano, allora lo stato finale della nostra casa sarà peggiore di quello iniziale.

Quando iniziamo a leggere di Mosè, un altro dei grandi eroi del popolo di Dio, vediamo che è un uomo tutt'altro che perfetto, proprio come Giacobbe prima di lui e Davide dopo di lui. Sono tutti uomini d'azione, tuttavia, che non hanno paura di fare ciò che ritengono necessario. Ciò significa correre il rischio di fallire, persino di offendere. Ma l'alternativa è peggiore: restare in disparte, spettatori della vita, accumulando i nostri doni, frenati dalla codardia o dall'egoismo, ciechi alle possibilità di bene che ci circondano.

Chi non ha mai sbagliato non ha mai fatto nulla, si dice. Teniamo quindi gli occhi aperti sulle cose meravigliose che il Signore sta facendo nel nostro vicinato e cerchiamo di collaborare con lui in esse.

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