Letture: Apocalisse 11,19; 12,1-6.10; Salmo 44 (45); 1 Corinzi 15,20-26; Luca 1,39-56
Negli ultimi anni si è assistito a un'esplosione di interesse per la letteratura fantasy, la magia, le storie di mondi immaginari, altri livelli di vita, altre possibilità per gli esseri umani. Da Harry Potter alla fantascienza, dal Signore degli Anelli a Matrix, dalle Cronache di Narnia alle storie sui vampiri, da Dr Who a molti altri film, programmi televisivi e romanzi.
In un certo senso possiamo pensare all'assunzione di Maria come nutrimento di questo desiderio umano, di questa sete di un altro livello di vita che va al di là della routine, dell'esperienza quotidiana, al di là di ciò che è immediatamente disponibile, verso qualcosa di più misterioso, più interessante.
La prima lettura, tratta dal Libro dell'Apocalisse, ci presenta una storia simbolica e drammatica, adatta a nutrire l'immaginazione artistica e poetica. Il bambino appena nato è Cristo, sua madre è Maria o anche la Chiesa, la comunità dei seguaci di Cristo, destinata a percorrere una strada difficile in questo mondo, una strada ricca di possibilità ma anche pericolosa, piena di ostacoli. È una fantasia, certamente, ma una fantasia vera, se così possiamo dire. Ci offre una diagnosi accurata delle sorti del credente cristiano nel mondo. Parla della promessa che è il nostro tesoro, ma anche delle difficoltà del cammino.
Nella seconda lettura san Paolo ci insegna che la vita nuova, la vita della risurrezione, già donata a Gesù nel momento della sua risurrezione dai morti, questa nuova creazione, questo mondo nuovo, non è solo per Cristo, ma è stata conquistata da lui per noi. La grande grazia della fede cristiana è proprio questa: accettare la promessa di un livello di vita, di una possibilità che va al di là della nostra immaginazione. Ancora una volta è l'assunzione di Maria che ci dà la garanzia che la nuova creazione non è solo per Cristo, ma anche per tutti coloro che gli appartengono, in primo luogo a Maria, ma alla fine a tutto il suo popolo.
Nel Vangelo ascoltiamo la grande preghiera di Maria, il Magnificat, che loda Dio per i suoi molti doni. Maria, persona storica e particolare, persona unica, è piena di grazia. È anche simbolo della Chiesa, di noi che siamo con lei nella Chiesa. Possiamo dire che Maria è la Chiesa nella sua perfezione. Lei simboleggia questa perfezione e la realizza. E lo fa non solo come “idea” o “simbolo”, ma come persona storica, in carne e ossa, come individuo umano particolare che era ed è.
Già in questo mondo possiamo vedere i primi segni di questa nuova creazione, scintille, potremmo dire, della gloria che verrà. Ovunque ci sia compassione, o lavoro per la giustizia, cura dei poveri, generosità inaspettata, amore fedele, iniziativa e creatività della carità - in tutto questo vediamo la presenza dello Spirito Santo, il Dono di Dio, la Fonte di tutte le grazie di Dio.
La chiara rivelazione di tutto questo deve ancora venire. Per ora la nostra sete continua, poiché dobbiamo proseguire il nostro pellegrinaggio in questo mondo. Ma lo facciamo nella speranza della Resurrezione. Lo facciamo rafforzati e incoraggiati dalla grazia e dalle preghiere di Maria, già assunta al cielo.
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