Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

venerdì 8 agosto 2025

San Domenico - 8 agosto

Letture: Isaia 52,7-10; Salmo 95 (96); 2 Timoteo 4,1-8; Matteo 5,13-19 (o Matteo 28,16-20 o Luca 10,1-9)

Da giovane sacerdote fui invitato un anno a predicare per la festa di San Domenico in un convento di suore domenicane a Dublino. Passai molto tempo a preparare l'omelia, cercando di trovare qualcosa di nuovo, stimolante ed emozionante da dire. C'erano già molti racconti familiari su San Domenico, e le suore li avevano già sentiti tutti, quindi volevo essere originale, per loro, e anche per impressionare le suore con ciò che la nuova generazione di domenicani poteva offrire. Così dedicai molto tempo alla preparazione dell'omelia, leggendo, riflettendo, passeggiando in giardino...

Uscendo dalla mia stanza il giorno di San Domenico, mi sono imbattuto nel mio vicino di corridoio, frate che si chiamava Edmund (Ned). “Dove vai?”, mi ha chiesto, con un tono di voce che sottintendeva che probabilmente stavo andando a divertirmi. “Vado a predicare alle suore per il giorno di San Domenico”. Ned borbottò: «E cosa gli dirai?». Allora cominciai a spiegargli l'idea originale e un po' contorta su cui alla fine avevo deciso di basarmi... Ora non ricordo più quale fosse! Ma non ho mai dimenticato la sua risposta. Interrompendo il mio tentativo di spiegarmi, disse: «Perché non dici semplicemente che san Domenico ha fatto quello che ha fatto Gesù, ha aiutato i ciechi a vedere e i sordi a sentire?».

Mi cadde davanti agli occhi come un cristallo radioso e sostituì per sempre qualsiasi cosa avessi detto quel giorno. Ned, ormai morto, ha sofferto molto nel corso della sua vita e immagino che questa intuizione su San Domenico sia stata affinata negli anni solitari della sua malattia. Insieme a molte altre perle di saggezza popolare a cui penso ancora: “Un prete non è veramente un prete finché non sa cosa significa essere una vittima”. «Il sacerdote dovrebbe essere come i vigili del fuoco. La gente dovrebbe sapere dove trovarlo se ha bisogno di lui, ma non dovrebbe stare parcheggiato davanti alla loro porta».

Una delle letture del Vangelo proposte per la festa di oggi è quella sul sale e sulla luce: «Voi siete il sale della terra, voi siete la luce del mondo». Ned mi viene spesso in mente quando ascolto questo Vangelo, e non solo per il suo legame con la festa di San Domenico. Il sale e la luce, alla fine, sono dati per scontati, non si notano finché non mancano. Sono cose che non attirano l'attenzione su di sé, ma sono al servizio di altre cose, al servizio della vita, della salute e del divertimento.

San Domenico stesso era un po' timido, nel modo in cui potremmo considerare timidi il sale, la luce o il mio fratello Ned. Domenico entrò nel suo Ordine, ad esempio, cosa che non sempre accade ai grandi fondatori di ordini religiosi. Spesso essi rimangono al di sopra di essi, come il re (o la regina) al di fuori della legge che promulga per gli altri. Ma Domenico divenne semplicemente “fra Domenico”, un fratello tra i suoi fratelli, seduto con loro nei capitoli dell'Ordine e obbediente con loro alle decisioni che prendevano insieme.

Come il sale, san Domenico scomparve nell'Ordine. La sua più grande eredità non è in ciò che ha scritto, ma nelle costituzioni che ha dato al suo Ordine, un modo di strutturare una vita e una missione condivise che rispetta e include ogni individuo, che chiede a ciascuno di assumersi la responsabilità di tutti e chiede a tutti di essere misericordiosi verso ciascuno. Era un santo che rendeva capaci e dava forza agli altri (come mi ha efficacemente predicato Ned quel giorno), aiutando i ciechi a vedere e i sordi a sentire, aiutando i demoralizzati a prendere coraggio e gli esitanti a essere coraggiosi, aiutando i ribelli a ritrovare la retta via, i dubbiosi ad avere fede, i soli ad essere amati.

Domenico non è affatto famoso come il suo grande contemporaneo, Francesco d'Assisi. Domenico è più ordinario, un credente cristiano e predicatore che si è dedicato completamente al servizio amorevole della Parola di Dio, pregandola, studiandola, celebrandola con i suoi fratelli e sorelle, predicandola nelle conversazioni, negli incontri, nelle dispute e nelle discussioni che scandiscono la sua vita. In lui vediamo realizzarsi in modo straordinario ciò che Gesù dice del “sale della terra”. Ogni sera lo cantiamo come luce della Chiesa che ha riversato liberamente le acque della sapienza di Cristo.

Nella sua festa preghiamo affinché la grazia di Domenico nella Chiesa (cioè i Domenicani) continui a ispirare ed entusiasmare tutti coloro che sono toccati da quella grazia. Come la predicazione del Vangelo di Gesù deve toccare la vita di tutti coloro che lo accolgono. Niente di più originale di questo. Niente di più nuovo o di più potente e creativo di questo.

Si trova qui il discorso di Papa Francesco al capitolo generale dell'Ordine dei Predicatori nell'anno giubilare di 2016

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