Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

sabato 9 agosto 2025

Santa Teresa Benedetta della Croce, patrona d'Europa - 9 agosto

Santa Teresa Benedetta (Edith Stein, 1891 - 1942)


La santa di oggi, conosciuta anche come Edith Stein, era una filosofa. Era un'amante, ovvero una ricercatrice, della saggezza e della verità. Il cristianesimo incoraggia tale ricerca e ha sempre visto nella filosofia un'alleata nella ricerca e nella proclamazione della verità. La quarta preghiera eucaristica include tra le sue intenzioni «tutti coloro che ti cercano con cuore sincero», benedicendo così gli sforzi dei filosofi. Giovanni Paolo II ha pubblicato nel 1998 una lettera enciclica dedicata alla riflessione sul rapporto tra fede e ragione, le due ali con cui la mente umana si eleva alla verità. La fede cristiana è convinta che ogni ricerca sincera della verità deve condurre a Cristo, che è la Verità. Edith Stein è un esempio lampante di questo cammino nel XX secolo. Nel II secolo ne troviamo un esempio precedente in San Giustino Martire, un altro filosofo dal cuore sincero che ha preso in considerazione tutte le possibili posizioni filosofiche fino a quando la sua mente ha trovato la sua realizzazione nella fede cristiana.

Edith Stein era una donna moderna, un'accademica professionista, il cui stile di vita e la cui situazione quando era più giovane erano quelli delle donne colte dell'inizio del XX secolo. Fu l'incontro con la vita di un'altra donna, di un'epoca molto diversa, ma altrettanto indipendente e volitiva, che la condusse alla fede cattolica. Si racconta che rimase sveglia tutta la notte a leggere l'Autobiografia di santa Teresa d'Avila, al termine della quale Edith disse: «Questa è la verità». Non fu la fine del suo pensiero o della sua ricerca: questi furono semplicemente trasposti in una chiave diversa. La fede non spegne la ragione né la soffoca: piuttosto la approfondisce, orientandola verso nuove domande e conferendole una profondità e una portata che da sola non avrebbe mai potuto avere.

È così che Edith Stein tradusse il De veritate di San Tommaso d'Aquino: la sua fu la prima traduzione tedesca di questa grande opera che riflette sulla vita delle menti, sulla mente di Dio, sulla mente degli angeli e sulla mente degli esseri umani. Ogni tipo di mente tratta la verità in vista del bene, in modi radicalmente diversi, ma comunque correlati, così che la realtà dell'essere umano come «immagine di Dio» viene sviluppata in modo approfondito.

Un altro riorientamento della ragione che avviene attraverso la fede è l'invito a considerare nuovamente il peccato e il male, ma ora alla luce della croce di Gesù. Nella sua ultima opera De scientia crucis espone la spiritualità centrata sulla croce di San Giovanni della Croce. L'opera rimane incompiuta, forse interrotta dall'arrivo della Gestapo che la portò insieme alla sorella nei campi di sterminio. La persona saggia, il vero filosofo, non solo conosce le cose, ma arriva a conoscerle, imparando attraverso l'esperienza. E così entrò pienamente nel mistero della Croce e gustò l'amara gloria del martirio.

Era, in fin dei conti, ebrea. La sua canonizzazione fu controversa. Morì perché era ebrea o perché era cristiana? La risposta vera sembra essere «entrambe le cose». In lei si riassume una relazione complessa, complessa dal punto di vista storico e teologico, che ha inizio con Romani 9-11, scritto da Paolo, l'ebreo cristiano, e che continua ancora oggi. Possiamo considerarla anche patrona di questa complessa opera di riconciliazione e comprensione tra cattolici ed ebrei. Tutto ciò che era la rendeva adatta a questo, la sua intelligenza e la sincerità del suo cuore, la sua conoscenza e comprensione della filosofia e della cultura, la sua fede e devozione e il suo amore sempre più profondo per Gesù Cristo, la via, la verità e la vita.

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