Letture: Ruth 2,1-3.8-11; 4,13-17; Salmo 127/128; Matteo 23,1-12
Perché le società religiose a volte diventano così crudeli? Il grande timore legato al ritiro della NATO dall'Afghanistan era che avrebbe portato - come in effetti è successo - alla vittoria dei talebani, che avrebbero ripreso la loro crudele forma di dominio, opprimendo soprattutto le donne ma anche chiunque la pensasse diversamente da loro. Naturalmente possiamo pensare ad esempi più vicini a noi e rimanere ancora una volta sconcertati e scioccati dal modo in cui società apparentemente cristiane hanno tollerato e persino promosso terribili crudeltà. Come hanno potuto pensare di servire il nostro Signore misericordioso con tali azioni?
Le letture di oggi ci invitano a riflettere su questo. Ruth è un'eroina di Israele non perché fosse un'ebrea di eccezionale saggezza o successo, ma perché era una straniera leale. Era una donna la cui semplice umanità - il suo affetto per la famiglia in cui era entrata a far parte - l'ha portata a svolgere un ruolo cruciale nello svolgersi della storia di Israele. Per caso, ci viene detto - in altre parole «per grazia» - si ritrova a lavorare al fianco di Boaz. I due si innamorano, si sposano e Ruth diventa la progenitrice del re Davide. I suoi doni sono semplicemente umani: affetto, amore, gentilezza, lealtà.
Il Vangelo ci mette in guardia contro la manifestazione disumana della convinzione religiosa, quando Gesù inizia una lunga invettiva contro i capi religiosi del suo tempo. Seguite i loro insegnamenti, dice, perché hanno il diritto di insegnare, ma non seguite il loro esempio. Imponendo agli altri compiti difficili, ad esempio, non muovono un dito per portare gli stessi fardelli. È la ben nota ipocrisia in cui cadono così facilmente le persone religiose. Pensano che la leadership consista nel trarre vantaggi per sé stessi e nel potere sugli altri, mentre invece consiste nel servizio e nell'umiltà. Se volete essere grandi, dice Gesù, mettetevi al servizio di tutti.
La radice di questo problema è teologica, anche se ha aspetti politici e psicologici. Come immaginano Dio le persone? Gesù richiama i suoi ascoltatori all'unico Signore, il Dio di Israele, davanti al quale ogni persona si trova esattamente nella stessa condizione di bisogno. Ruth lo aveva capito. Avete un solo maestro, un solo padre, una sola guida, dice Gesù, il che significa che siete tutti fratelli e sorelle gli uni degli altri, Dio è in cielo e non è nessuna persona, sistema o istituzione qui sotto, e il Cristo che il Padre ha mandato è la vostra unica guida sicura. In lui le parole dell'insegnamento e gli atti d'amore sono semplicemente identici, completamente coerenti e consistenti. Il suo insegnamento è confermato dalle sue azioni.
Allora, quale "dio" vogliamo trovare? Il dio dei sistemi crudeli e delle istituzioni puritane? Il dio degli scribi e dei farisei? O il Dio che si riflette nell'umanità e nella bontà di Ruth? Quando Dio si è rivelato, lo ha fatto come deus humanissimus, il Dio più umano, mostrandoci com'è nell'amore di Gesù e nei modi in cui troviamo Gesù, "per caso", che lavora al nostro fianco.
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