Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

domenica 10 agosto 2025

Settimana 19 Domenica (Anno C)

Letture: Sapienza 18,6-9; Salmo 33; Ebrei 11,1-2.8-19; Luca 12,32-48

«Nulla è impossibile a Dio» è un'affermazione che sentiamo così spesso nella liturgia che potrebbe essere diventata un po' banale. Inoltre, ci sono ancora molte cose per cui preghiamo che non accadono. E ci sono molte cose che preferiremmo non esistessero eppure Dio le permette. Per quanto sia vero, che differenza fa?

La liberazione degli ebrei dall'Egitto fu un momento in cui Dio visitò il suo popolo. Molti di loro devono averlo vissuto come un intervento di Dio che realizzava ciò che sembrava impossibile. Allo stesso modo, il concepimento di Isacco, di cui si parla nella seconda lettura, fu un segno della potenza di Dio che aiutò Abramo a partecipare al sacrificio di Isacco. Se Dio aveva dato nuova vita a un uomo praticamente morto, allora forse era in grado anche di risuscitare i morti.

Ci fa pensare alla risurrezione, in particolare alla risurrezione di Gesù, che è il fondamento della nostra fede. È un compimento inaspettato della fede di Abramo, oltre che un'illustrazione del principio da cui siamo partiti: nulla è impossibile a Dio.

La prima parte del Vangelo parla della vita risorta del regno dei cieli, il luogo dove deve essere costruito il nostro tesoro. «La nostra vita è nascosta con Cristo in Dio», dice san Paolo, e dobbiamo pensare alla nostra vita là più che alla nostra vita qui.

Ma la seconda parte del Vangelo ci ricorda che questo non significa rinunciare alla vita in questo mondo. Come servi del Signore, dobbiamo essere impegnati nei compiti che il Signore ci ha assegnato. Dio ha mandato gli angeli all'Ascensione per ricordare ai discepoli che non potevano rimanere per sempre a guardare il cielo. Allo stesso modo, la parabola del buon servo ci ricorda le nostre responsabilità reciproche qui e ora.

È meraviglioso pensare al nostro Signore che viene, ci fa sedere a tavola e insiste per servirci. Ma nel frattempo dobbiamo essere al servizio dei nostri fratelli e delle nostre sorelle, farli sedere a tavola, insistere nel servirli. Più abbiamo ricevuto, più ci si aspetta da noi. E se a volte ci sembra al di là delle nostre possibilità, abbiamo la certezza della presenza costante di Dio, per il quale nulla è impossibile e la cui volontà per la nostra vita è sempre e solo ispirata dal suo amore.

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