Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

martedì 5 agosto 2025

Settimana 18 Martedì (Anno 1)

Letture: Numeri 12,1-13; Salmo 50; Matteo 14,22-36

Ci viene detto che la figlia del Faraone diede questo nome a Mosè perché lo tirò fuori dall'acqua. Pietro è la roccia che cerca di camminare sull'acqua e a sua volta ha bisogno di essere tirato fuori da essa. Ognuno di loro ha un rapporto speciale con il Signore, il Dio d'Israele, ma dalla loro vita vediamo che più il loro rapporto diventava stretto, più profonda diventava anche la loro dipendenza da Dio.

Mosè è l'uomo più mite sulla terra, ci viene detto, ed è difeso da Dio contro le critiche di Miriam e Aronne, difeso in un modo che ancora oggi, quando lo leggiamo, ci riempie il cuore di terrore. Che tipo di Dio è questo, un mistero terribile e affascinante, che rende Miriam lebbrosa e che solo lui sa cosa aveva in mente per Aronne fino a quando Mosè non è intervenuto in loro favore, e Miriam è stata guarita e Aronne risparmiato.

Pietro è codardo e vacillante, ironicamente chiamato «la roccia», e, con la sua caratteristica impetuosità, vuole essere una roccia che cammina sulle acque verso Gesù. La paura dei discepoli durante la calma della tempesta è più legata al potere che opera in Gesù che al vento e alle onde. Ancora una volta sorge la domanda: chi è costui, che tipo di signore, che un potere così terribile e affascinante opera in lui? «Sono io, non temete», dice Gesù. Letteralmente ciò che dice è «Io sono», chiamandosi con il nome che Dio aveva rivelato a Mosè tanti secoli prima.

Mysterium tremendum et fascinans è un'espressione usata in filosofia per indicare un senso generale di mistero divino, il fatto che la realtà divina è allo stesso tempo terrificante e affascinante. Il Dio di Israele, signore delle acque, creatore di tutto, unisce questo potere all'amicizia verso l'uomo più umile del mondo e verso il più inaffidabile. Potente da un lato, attira alla fede e all'amore dall'altro. Da tenere a distanza e da abbracciare.

Così sarà per tutti coloro che cercano di camminare sulle acque verso di lui. Vogliamo vedere il suo potere all'opera nella nostra vita. Cosa ci chiederà, dato che ha chiesto tutto ai suoi amici Mosè e Pietro? Vogliamo sperimentare l'amicizia che ci offre. Cosa significherà per noi rimanere con il nostro Amico fino alla fine, fino al Calvario?

Siamo stati tirati fuori dalle acque del battesimo verso una nuova vita con Cristo, e questa è una realtà profondamente confortante e maestosa. Le letture di oggi ci ricordano che colui con cui desideriamo vivere in intimità è, nelle parole della poetessa americana Mary Oliver, «tenero e luminoso ed esigente / come è sempre stato / mille volte più spaventoso / del mare assassino».

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