Un regalo più grande non potevi farmi, uno zampillo d’acqua fresca dopo giorni e giorni in un deserto che sai bene quanto arido. Sarò all’altezza di questo dono, lo prometto a me stessa.
Etty Hillesum

Se sarete quello che dovete essere, metterete fuoco in tutto il mondo!
Caterina da Siena

martedì 26 agosto 2025

Settimana 21 Martedi (Anno 1)

Letture: 1 Tessalonicesi 2,1-8; Salmo 139; Matteo 23,23-26

Paolo è particolarmente tenero nel modo in cui scrive ai Tessalonicesi, una delle sue congregazioni preferite. Non è stato per alcun motivo nascosto che vi ho predicato, dice, e continua elencando molte ragioni inadeguate per predicare il Vangelo.

È importante che i predicatori e gli aspiranti evangelizzatori meditino su questo testo di Paolo. È importante che esaminino le loro motivazioni per predicare. Sono illusi? Il loro interesse per gli altri è in qualche modo immorale? Stanno ingannando le persone? Cercano popolarità e fama? Cercano denaro o potere? Cercano di essere adulati e di compiacere gli esseri umani? Lo sto facendo davvero per gli altri o per me stesso? Paolo presenta tutte queste motivazioni e assicura ai Tessalonicesi che la sua motivazione non si trova tra queste.

È un vero e proprio esame di coscienza. Paolo dice invece: «Sono stato gentile tra voi, come una madre che allatta i propri figli». Voleva, dice, donarsi completamente a loro. È un uomo innamorato.

È così che molto spesso pensiamo a Gesù stesso, come a un uomo gentile e tenero, un pastore buono e gentile. Anche se non è così che appare nel Vangelo di oggi. Siamo nel mezzo di Matteo 23, le maledizioni contro gli scribi e i farisei, in cui Gesù li lacera per il loro legalismo e la loro ipocrisia. Non reggono il confronto con l'esame di coscienza proposto da Paolo.

Poiché sono maestri della legge, si presentano come guide di vita e dispensatori di saggezza, le critiche di Gesù sono ancora più feroci. «Avrebbero dovuto saperlo», sembra essere la ragione dell'ira di Gesù, «se qualcuno avrebbe dovuto saperlo, quelli sì».

La legge di Dio, la sua via, è insegnata veramente solo da coloro che stanno nella luce della verità e dell'amore di Dio, la cui motivazione per ciò che fanno ha origine in quella luce. È l'unica luce che permette una vera valutazione di noi stessi e delle nostre motivazioni. La stessa luce - sempre verità e amore insieme in Dio - stabilisce in noi una disposizione di amore tenero e sincero.

Chi può affermare che le proprie motivazioni sono totalmente pure e assolutamente incontaminate? Almeno abbiamo queste linee guida di Paolo e questi avvertimenti di Gesù che ci richiamano a riflettere sulle nostre motivazioni. Esse dovrebbero incoraggiarci a perseverare nel cammino della vita cristiana e a cercare di farlo in modo sempre più completo, ogni giorno, vivendo alla luce della verità e dell'amore di Dio. Così le nostre motivazioni saranno rivelate e purificate e, dove necessario, sostituite con quelle che appartengono alla mente di Cristo stesso. È una trasformazione che vediamo nella vita di san Paolo e che è offerta anche a noi.

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